Nel futuro saremo osservati proprio come diceva Orwell?
Secondo Gerge Orwell “Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”. Ma nel futuro, quindi, saremo davvero osservati?
A partire dall'utilizzo dei social network, passando per selfie, video con cellulari e diffusione sulla rete di informazioni personali, il dubbio è sempre più costante.
Siamo tutti spiati?
Sapere che qualcuno ci spia, legga le nostre conversazioni private e sappia tutto di noi è indubbiamente inquietante. Eppure, se ci pensiamo bene, succede già, basta pensare ai vari social network dove pubblichiamo e mettiamo alla disposizione di tutti i nostri dati personali, dati di contatto, foto delle nostre serate e commenti che permettono ad altre persone di conoscerci senza nemmeno sapere chi siamo. Se a tutto questo si aggiunge il dubbio che dietro a questa sorta di Grande Fratello della vita reale vi sia lo zampino di malintenzionati, il dubbio diventa ancora più inquietante.
Chi di voi ha visto il film “Snowden” basato su una storia vera, ovvero quella di Edward Snowden, noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, fino ad allora tenuti segreti, si è posto sicuramente il dubbio se siamo davvero spiati o meno. Il film parlava, appunto, di un ragazzo che aveva cominciato a lavorare per lo stato e aveva scoperto, con il passare del tempo, che spiavano la vita delle persone tramite cellulare, computer e TV con microspie.
A questo punto sorge spontanea una domanda: siete certi che i vostri dati personali siano al sicuro quando navigate sul web? Facebook, ad esempio, è in grado di acquisire numerose informazioni riservate degli utenti anche dalle installazioni delle applicazioni, comprese quelle gratuite del Play Store di Android.
Il Grande Fratello della vita reale
Allo stesso non si può non sottolineare il fatto che quando si naviga in rete si esprimono emozioni e preferenze, grazie ai vari like e commenti. Un modo inconsapevole, ma allo stesso tempo volontario, di mettere a nudo la propria personalità. Processi che finiscono per interessare sempre più le grandi aziende, che cercano di scoprire informazioni riservate degli utenti per sapere come invogliare le persone ad acquistare i loro prodotti e servizi.
Se da un lato si può citare questo controllo dal punto di vista commerciale, non si possono trascurare pericoli più seri. Basti pensare alla possibilità che qualcuno utilizzi i vostri dati per compiere delle azioni contro di voi. Un aspetto che non si può di certo trascurare.
Ad alimentare il sospetto che in futuro saremo tutti osservati è il fatto che in alcune zone questo è già realtà. In Cina, ad esempio, la sorveglianza di massa è già realtà. A partire dalle telecamere, passando per il riconoscimento facciale e vocale, censura in rete e controllo dei social network, a quanto pare nulla sfugge all'occhio dello Stato. Già oggi per entrare nella celebre piazza Tienanmen bisogna passare la carta d'identità attraverso un apparecchio che ne effettua la scansione e ne conserva i dati. I siti stranieri sono irraggiungibili dai server cinesi, così come Google e Instagram sono bloccati dal 2014, mentre Facebook dal 2009.
Ovviamente non possiamo sapere cosa succederà in futuro, se davvero ci saranno dei droni a spiarci oppure dei microchip interni per salvare le nostre informazioni. Unica cosa certa è che dobbiamo continuare ad essere informati, ma soprattutto cercare di non diffondere informazioni che non vogliamo siano pubbliche. Alcune volte, infatti, siamo proprio noi a permettere agli altri di osservarci, senza nemmeno accorgersene.